Padre e pastore: Monsignor Giuseppe Angrisani

Angrisani

Monsignor Giuseppe Angrisani nacque a Buttigliera d’Asti il 19 dicembre 1894 da una famiglia di modeste condizioni. Fu incoraggiato a studiare dalla zia Angela, maestra elementare del paese. Il giovane Angrisani entrò come allievo dei Salesiani a Valdocco, poi passò nel Seminario di Bra, quindi in quello di Chieri e infine in quello di Torino, compiendo in questo periodo anche il servizio militare. Nel corso della Grande Guerra fu coinvolto nella rotta di Caporetto; trasferito ad Alessandria, si prodigò con abnegazione per soccorrere i feriti nello scoppio della Cittadella. Nel 1919 il chierico Angrisani fu ordinato sacerdote e mandato come coadiutore nella parrocchia di Pianezza, alle porte di Torino. Fu poi per due anni segretario del cardinale Arcivescovo di Torino, Giuseppe Gamba. Alla morte del presule, fu nominato parroco della Crocetta, quartiere residenziale del capoluogo piemontese. Il 25 agosto 1940 venne consacrato Vescovo di Casale, succedendo a mons. Albino Pella.
L’episcopato di Giuseppe Angrisani si svolse in periodi straordinariamente difficili: l’intera seconda guerra mondiale e il dopoguerra, ma egli si dimostrò sempre all’altezza della situazione. Uomo libero e desideroso della libertà di tutti, si pose ben presto in urto con le autorità fasciste locali: nel 1942 in un rapporto riservato veniva definito “furiosamente antitedesco” e “nettamente disfattista”. La sua omelia di Pasqua 1944 fu definita dai fascisti “una presa di posizione e dichiarazione di guerra al movimento nazionalsocialista”. In realtà, il Vescovo cercò sempre di mantenersi al di sopra delle contese, “a compiere il suo dovere di pastore che esigeva da lui ogni cura per evitare lutti, rovine e danni alla popolazione” (La croce sul Monferrato, p. 17).
Nel tragico 1944 intervenne innumerevoli volte a mediare tra partigiani e nazifascisti, e sempre il suo intervento ebbe successo. L’11 settembre scongiurò la rappresaglia dei tedeschi a Rosignano contro una settantina di civili, tra cui una donna, che erano stati messi al muro.
Dopo l’eccidio di Villadeati (10 padri di famiglia e il parroco don Camurati che si era offerto al posto loro), sfidò il comandante tedesco Meyer visitando di persona le case di tutte le vittime.
Il 17 ottobre impedì che all’incendio di oltre 40 case di Pontestura seguissero più gravi rappresaglie, intervenendo presso il comandante tedesco della piazza di Casale.
L’azione senza dubbio più coraggiosa compiuta da monsignor Angrisani fu quella a favore di 150 civili rastrellati dai nazifascisti a Ozzano il 14 novembre 1944, come rappresaglia per l’attacco portato dai partigiani a un’autocolonna nemica. Il Vescovo trattò febbrilmente e a lungo con i partigiani e i tedeschi, portandosi più volte in Valcerrina e più volte ritornando a Ozzano. Alla fine riuscì a convincere i partigiani a rilasciare i prigionieri nazifascisti che avevano catturato: condotti questi a Ozzano e liberati, il giorno successivo anche gli ostaggi civili, sui quali incombeva la prospettiva della deportazione in Germania, ritornarono alle loro case.
Le vicende che videro il presule protagonista in questi tremendi frangenti vennero da lui narrate e raccolte in un volumetto pubblicato nel 1946, La croce sul Monferrato durante la bufera.
Terminata la guerra, monsignor Angrisani si adoperò anche per evitare inutili vendette contro i fascisti sconfitti, ponendoli sotto la protezione della Chiesa in attesa delle azioni giudiziarie. La fama del Vescovo di Casale oltrepassò i confini della diocesi: valente predicatore (insegnò per molti anni Sacra Eloquenza ai seminaristi), nel 1959 dettò un corso di esercizi spirituali in Vaticano, alla presenza di Giovanni XXIII.
Gli ultimi anni di episcopato furono per monsignor Angrisani amareggiati da un forte moto di contestazione che aveva investito anche la chiesa monferrina: ritenendosi non più adeguato ad affrontare i nuovi problemi che si stavano presentando, nel 1971 presentò le proprie dimissioni. Ritiratosi a Buttigliera, vi morì il 23 aprile 1978.

Alessandro Allemano


Spunti per informarsi meglio:

Mons. Giuseppe Angrisani, La croce sul Monferrato durante la bufera, Casale Monferrato, 1946 (riedizione 2004)
Sergio Favretto, Resistenza e nuova coscienza civile, Alessandria, Falsopiano, 2009
Leonardo Modica, La Chiesa casalese nell’azione pastorale dei suoi Vescovi …, Casale Monferrato, Piemme, 1992

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