
Nato a Casale Monferrato il 13 luglio1914, Italo Rossi era operaio meccanico. Nel 1937 prese parte alla guerra civile spagnola come volontario del corpo di intervento italiano. Sposato con Maria Daniele, nel 1938 da lei ebbe il figlio Oreste.
All’indomani dell’8 settembre 1943 aderì alle prime formazioni partigiane, facendo parte, con il padre Oreste e i fratelli Francesco e Bruno, della cosiddetta “banda di Arcesa”, attiva in Valle d’Aosta e composta da molti patrioti monferrini. Dopo lo scioglimento di questa formazione passò a Torino, aggregandosi ai GAP cittadini. Grazie alla sua opera di proselitismo, costituirono altre formazioni aderenti alle Brigate “Matteotti” e Italo Rossi divenne comandante di una Divisione con il nome di battaglia di “Tito”. Il 29 giugno 1944 Rossi, alla testa di un gruppo di partigiani, attaccò una forte posizione nemica nei pressi di Cuorgné e dopo quattro ore di combattimento convinse i fascisti ad arrendersi. Con due ufficiali nemici si stava recando al proprio Comando per definire le condizioni di resa, quando cadde in un’imboscata. Tentò di difendersi disperatamente; poi fu sopraffatto insieme ai pochi partigiani che lo accompagnavano.
Alla sua memoria venne conferita la medaglia d’oro al valore militare con questa motivazione: “Assertore e propagandista dell’idea della libertà, animato da viva fede e da puri ideali, organizzava squadre di volontari in fondendo in essi senso del dovere e spirito di sacrificio. Combattente di tempra adamantina condusse i suoi uomini in numerosissime azioni di guerriglia contro gli oppressori nazi-fascisti infliggendo ai nemico gravi perdite in uomini e materiali. Comandante di Brigata partigiana, alla testa di una forte pattuglia attaccava una munita posizione nemica e dopo quattro ore di aspri combattimenti otteneva di poter trattare la resa. Mentre assieme a due ufficiali fascisti incaricati delle trattative si recava al proprio comando di Divisione, veniva attaccato da una forte formazione avversaria. Sopraffatto dal nemico e dalla potenza di fuoco si difendeva strenuamente fino all’ultima cartuccia ed eroicamente cadeva con tutti gli uomini della sua scorta. Prima di esalare l’estremo anelito lanciava contro il nemico il grido appassionato della sua indefettibile fede. – Cuorgnè, 29 giugno 1944.”
Al suo nome verrà intitolata la I Divisione “Matteotti” comandata per qualche tempo dal partigiano caduto. La città di Casale Monferrato gli ha anche dedicato una via in zona Oltreponte.

Oreste Rossi, padre di Italo, nato a Casale il 13 novembre 1888 da Carlo e Maria Leporati, sposato con Maria Verardi, nonostante la sua non più verde età aderì con i figli alla resistenza già all’indomani dell’8 settembre 1943, con il nome di battaglia “Maresciallo”. Ferito nei pressi di Castagneto Po, fu trasportato a Cocconato. Qui per giorni resse a pesanti interrogatori e, nonostante le sevizie, nulla rivelò che potesse compromettere i compagni. Con lui fu fatta prigioniera anche la nuora, moglie del primogenito Francesco. Fu infine condannato a morte e fucilato il 27 febbraio 1945. Alla sua memoria venne conferita la medaglia d’argento al valore militare.
Anche i fratelli di Italo, Francesco e Bruno Rossi, fecero parte delle “Matteotti”, dapprima in Valle d’Aosta, poi nel Canavese, infine in Monferrato. Francesco (classe 1912), alias “Franco De Franchi”, verrà insignito di medaglia d’argento al valore militare; Bruno, il più giovane, nato nel 1926, giunse a comandare una Brigata della I Divisione “Italo Rossi”. A fine aprile 1945 fu uno dei primi partigiani a entrare nel castello di Casale e accogliere la resa del presidio tedesco. Al termine della guerra fu decorato di medaglia di bronzo al valore militare.
Alessandro Allemano
Per approfondire:
S. Favretto, Resistenza e nuova coscienza civile, Edizioni Falsopiano, Alessandria, 2009
S. Luzzatto, Partigia. Una storia della resistenza, Mondadori, Milano, 2013